l’Unesco nel 1978 ha premiato Cracovia per la bellezza e la perseveranza dei suoi abitanti, proclamandolo il centro storico della città patrimonio di tutta l’Umanità, è infatti il migliore esempio di città vecchia dello Stato, essendo Cracovia la capitale storica. Esso è situato ai piedi del castello reale di Wawel. La cittadina commerciale del XIII secolo ospita la più grande piazza medioevale del mercato d’Europa e numerosi edifici storici tra cui case, palazzi e chiese con i loro magnifici interni. Cracovia ha ricevuto dall’Unesco nel 2013 anche il titolo della Città della Letteratura.
Fryderyk Chopin, che ad otto anni dette i suo primo concerto, è uno dei figli di questa stupenda quanto martoriata terra, fu educato a Varsavia e tanti sono i posti che lo ricordano.
La città di Cracovia fu teatro di eventi bellici dell’ultimo conflitto mondiale ma non subì notevoli danni, poiché – essendo di origine germanica – i nazisti ritenevano di ripopolarla di tedeschi dopo la guerra.
Il Mercato dei Tessuti è al centro della piazza principale. In questo periodo la piazza è un brulicare di persone cosmopolite che si aggirano fra gli espositori, alberi profumati, calde luci soffuse, profumi di Natale: i mercatini di Natale di Cracovia hanno un’atmosfera unica e sono tra i più visitati in Polonia, si svolgeranno fino al 26 dicembre, ma subito dopo, dal 27 dicembre al 6 gennaio gli stand rimarranno in piazza per il Mercatino di Capodanno.
Oggi l’edificio del Mercato è utilizzato per ospitare alcuni negozi di artigianato locale, come l’ambra baltica finemente lavorata, i manufatti in legno e ceramica, gli oggetti natalizi per la gioia dei piccoli e dei grandi che magari troveranno proprio qui quella scatola di legno intarsiato che cercavano da tempo. Fuori, nella grande piazza, abbondano gli stand principalmente gastronomici dove per pochi Zloty, la moneta locale, si può gustare una zuppa preparata secondo le migliori ricette antiche o una baguette di pane con formaggio fuso, funghi e quant’altro la fantasia suggerisce. Da assaggiare assolutamente il formaggio pecorino affumicato oscypek riscaldato sulla brace. Ad accompagnare questi piatti, adatti al clima particolarmente rigido invernale, un bicchiere di vino caldo brûlé non può mancare: il negozietto che lo prepara è ubicato in una grande botte di legno dove a volte si forma una lunga fila.
La visita della città comincia dalla Basilica gotica della Beatissima Vergine Maria del XIII secolo nella piazza del Mercato. Nel presbiterio vi è il famoso grandissimo altare, alto 13 metri e largo 11, per realizzarlo ci vollero 12 anni. Dalla torre alta 81 metri ogni ora un vigile del fuoco suona una melodia, il hejnal, in ricordo del soldato che fu trafitto da una freccia per avvisare dell’attacco dei Tatari. A fianco si erge un’altra torre di 69 metri, la legenda vuole che fu realizzata dal fratello che costruì la prima, per invidia lo uccise e il coltello è ancora visibile appeso sotto un arco.
Si sale poi sulla piccola collina del castello di Wawel con l’annessa Cattedrale da cui si gode uno stupendo panorama sulla città. Nel castello si può visitare il tesoro e l’armeria, nella quale viene conservata la spada dentellata rituale usata per le investiture. Famosa la collezione delle porcellane, del vetro e quella degli orologi slavi. Nell’attigua cattedrale si possono visitare le sepolture reali e la campana del 1520 di re Sigismondo I, una tra le più grandi del mondo, ha il diametro di 2,5 metri, l’altezza di 2 metri e pesa circa 11 tonnellate, il toccarla porta fortuna agli innamorati e a chi è in cerca di amore.
Un tempo Cracovia vi era un drago che aveva la sua tana nei pressi del fiume Vistola. Esso divorava le fanciulle che andavano a fare il bucato nel fiume. Nessuno sapeva come liberarsi di questa orribile sventura finché un giorno un ciabattino diede da mangiare al drago una pelle di pecora riempita di zolfo ed erbe velenose. La bestia subito cominciò ad emettere fiamme dalle fauci per poi precipitarsi al fiume Vistola, dove bevve acqua per sette giorni e alla fine scoppiò con un grande boato: i pezzi arrivarono fino ad una collina distante qualche chilometro. Per ricompensa il ciabattino sposò la principessa e regnò sulla città. Oggi sotto le mura del castello è collocata una statua in bronzo che ritrae il drago che emette di tanto in tanto fuoco dalla bocca e non distante si può visitare la caverna in cui il drago si nascondeva in attesa delle vittime.
Cracovia vanta anche un’ altro sito inserito nel Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco è quello delle trecentesche miniere di sale. I livelli visitabili sono tre con centinaia di corridoi e saloni scavati nel sale, ricolmi di statue e arnesi di minatori, come ad esempio i grandi argani in legno azionati da cavalli per portare in superficie i blocchi di salgemma, pesanti alcune tonnellate, e calare i minatori con un’imbracatura utilizzata anche per i quadrupedi. La sala più rappresentativa è la cappella di Santa Kinga, la regina che gettò il suo anello di fidanzamento in un pozzo ritrovato in seguito in un blocco di sale. La sala più recente è la cappella dedicata a Papa San Giovanni Paolo II in occasione della sua canonizzazione.
Nel mondo sotterraneo, lungo un’estensione di circa 3 chilometri, sorgono: ristoranti, grandi sale per matrimoni e feste con palcoscenico, varie cappelle, negozi di souvenir e anche un museo. La temperatura è costantemente di 14° centigradi e grandi macchinari assicurano una perfetta ventilazione. Se non fosse per gli 800 gradini da percorrere in discesa, non ci si accorgerebbe di essere a 135 metri sotto terra. Per la risalita si utilizzano ascensori a forma di gabbie che in meno di un minuto riportano in superficie.
Oltre il percorso turistico, accessibile anche ai diversamente abili, si può scegliere di effettuare quello minerario nel corso del quale si possono apprendere le antiche tecniche di estrazione del sale. Un altro tour è quello religioso che termina con la Santa Messa celebrata in una delle cappelle.
Per informazioni sulla Polonia, che conta otto milioni di visitatori all’anno, si può consultare il sito dell’ Ente Nazionale Polacco per il Turismo: www.polonia.travel/it
Harry di Prisco