Piccolo scrigno dal fascino intramontabile, la città di Crema conserva preziose testimonianze artistiche e architettoniche, chiese, palazzi, edifici di grande importanza. A cominciare da Piazza Duomo, cuore del centro storico cittadino, dove si incrociano vari stili architettonici, medievale, rinascimentale, veneziano.
La storia di Crema, infatti, si lega indissolubilmente a quella della Serenissima, che la governò per secoli, forgiando la cultura e le tradizioni locali. Non solo; il potere veneziano, che dalla metà del ‘400 sino a tutto il XVIII secolo si manifestò in tutto il suo splendore, è ben rappresentato dalle mura cittadine (venete), ormai destinate al pubblico passeggio, dal Leone di San Marco affisso sulla Torre Guelfa, considerata il monumento più antico della piazza (1286), dal Palazzo Comunale sorto nel 1525 (eleganti trifore al piano nobile); nella cui compagine è inserito il Torrazzo, maestoso portale che sostituisce una precedente porta, assai più modesta.
Ma l’edificio che mi ha maggiormente colpita, per la ricchezza degli strumenti e il rigore delle informazioni, è stato il piccolo museo dedicato all’arte organaria. Crema, infatti, ha inaugurato nel maggio 2015 presso il Museo civico la sezione dedicata all’arte organaria, di cui illustra la storia e le modalità operativa; percorso interessante anche per i profani che possono ammirare numerosi esempi di canne d’organo e la loro funzionalità.
La tradizione organaria cremasca è legata ad alcune figure artigianali di spicco, tra cui Giuseppe Franceschini (1850), Pacifico Inzoli (1843-1910), Agostino Benzi(1872-1959), Giovanni Riboli, che si fece apprezzare soprattutto per la capacità di restaurare alla perfezione organi antichi, Andrea Nicolini (1891-1963). Ma la più importante fabbrica d’organi del secolo scorso, rinomata sia in Italia che all’estero, fu quella di Giovanni Tamburini (1857-1942) che costruì organi monumentali per sedi prestigiose. Infine c’è la famiglia Bonizzi, che ha realizzato strumenti nuovi sia a trasmissione elettrica che meccanica.
Possiamo dire che la musica è nel Dna di Crema, essendo i suoi artigiani i primi al mondo per la produzione di campane. L’arte campanaria, presente a Crema sin dal XIV secolo, consiste nell’abilità di fondere le campane, di creare il disegno e poi trasformarlo in suono, e si rifà ad una antica tradizione artigianale. A completare il panorama musicale spicca il Teatro San Domenico, ospitato nel rinascimentale monastero domenicano), dove ai piani superiori c’è la Civica scuola musicale “Luigi Folcioni”. La chiesa e il convento di San Domenico hanno subito varie modificazioni, a partire dal 1798 fino ai giorni nostri; trasformato in caserma in epoca napoleonica, fu mercato, ospedale militare, scuola, infine palestra. Dei suoi due grandi chiostri, uno è stato distrutto per costruire il Mercato Austroungarico (1825), maestoso loggiato con funzione commerciale.
Tra le città lombarde Crema spicca per la sua ospitalità e la piacevolezza del vivere, fatto di piccoli riti quotidiani legati al grande patrimonio gastronomico e dolciario; caffè, gelaterie e pasticcerie sono sempre affollati. Il territorio pianeggiante offre numerose piste ciclabili, che si perdono nelle campagne limitrofe, raggiungendo agriturismi, caseifici, e stalle, ma anche antichi borghi. Una sosta consigliata, magari per pranzo, è quella presso l’agriturismo Le Garzide vicino a Crema e al Parco del Serio, che pratica l’agricoltura e l’allevamento nel rispetto dell’ambiente. Qui trovate salumi lasciati stagionare in cantina, pasta fresca, verdure biologiche, birra agricola; e i bambini possono giocare in libertà, ammirando i cavalli e gli altri animali.omune di Creama
Per informazioni: www.comunecrema.it
Cinzia Dal Brolo