Gli olandesi che avevano conquistato l’isola di Anguilla avevano impiantato coltivazioni di cotone, canna da zucchero e mais, ma lo scarso ritorno economico li indusse ad abbandonare l’isola.
Non immaginavano che questa terra sarebbe diventata un paradiso delle vacanze. Di quel periodo non è rimasto che qualche reperto presso il Museo Storico, sulla Liberty Rd., nella parte orientale, che raccoglie anche materiale appartenente all’originaria popolazione degli Aruachi.
Ma ad Anguilla, oltre a incontaminati angoli della natura, la mano dell’uomo contribuisce a rendere esclusive le spiagge e il mare cristallino grazie a un particolare rispetto per la privacy di stampo anglosassone.
Del resto l’isola appartiene alla corona britannica e viene considerata una meta elitaria, rifugio di star dello spettacolo, grandi imprenditori e campioni dello sport che la frequentano abitualmente. Il modo migliore per raggiungerla è atterrare con un volo dall’Europa sulla vicina isola di St. Marteen, che Francia e Paesi Bassi si spartiscono, e da lì affidarsi per un breve tratto a un comodo charter d’acqua.
Per esempio calypsochartersanguilla.com, il cui porto d’attracco si trova a poche centinaia di metri dall’aeroporto.
“Abbiamo un servizio pubblico a orari stabiliti, che cambiano a seconda della stagione, e un servizio privato a chiamata”, spiega l’amministratore delegato Rosmund Davis.
Il profilo di Anguilla si intravvede dopo meno di cinque minuti; ne servono altri 15 per toccare le sponde a Blowing Point Harbour.
Alcuni degli hotel più raffinati si trovano nella parte ovest dell’isola, non distanti dall’attracco.
Come il CuisinArt, 7 ville e 91 tra appartamenti dalla metratura gigante e suites, un pacato villaggio che sembra spuntare dalle spume egee sulla baia Rendezvous (cuisinartresort.com).
Il punto di forza del resort è, manco a dirlo, la spiaggia di fine arena bianca. La costa scende lentamente al largo e permette di bagnarsi anche a chi non è avvezzo alle acque atlantiche.
Un gioco d’acqua scorre dalla piscina e dai gazebo bianchi verso l’oceano dai toni turchese. “È un resort ideato per tutte le età. Il parco acquatico offre divertimento anche ai più piccoli mentre un campo da golf a 18 buche soddisfa i desideri di migliaia di giocatori che desiderano affiancare relax al gioco” racconta Liza Lara, direttrice delle prenotazioni.
Presso il ristorante Mosaic, dalla cucina a vista, lo chef Lester Gumbs prepara anche il piatto tradizionale di Anguilla, il fungi, una polenta con piselli che accompagna pesce al vapore, soprattutto dentici, o carne al curry secondo le consuetudini alimentari del luogo.
Anguilla possiede peraltro una cucina assai raffinata, talvolta affidata a cuochi che provengono dall’Europa.
Una sosta merita però Tasty’s (su South Hill Rd.; menus.ai), dove ai fornelli c’è Dale Carty.
Il locale, arredato in maniera semplice, pareti colore azzurro pastello e sedie in legno stile padano anni Cinquanta, propone piatti anguillani che difficilmente si potranno trovare altrove. “Ho imparato molto dall’esperienza che ho avuto negli hotel di Anguilla, accanto a cuochi come Michel Rostang”, racconta.
Tre piatti da assaggiare: il mollusco della conchiglia regina, battuto, tagliato a strisce, marinato, pastellato e fritto; il pesce scaro in crosta di cocco e salsa al rum e banana; stufato di capra al curry, bandiera della gastronomia locale.
Se la visita da Tasty’s è per pranzo, il pomeriggio si può dedicare alla ricerca delle conchiglie regina nella baia di Lockrum, seguendo le indicazioni che partono dalla Jeremiah Gumbs Hwy.
Il luogo migliore dove apprezzare il tramonto è la baia Savannah, primordiale e selvaggia.
Per raggiungerla si devono seguire le indicazioni che portano a Palm Grove, avendo lasciato la strada Walter Hodge per Junk’s Hole Rd., nel nord est dell’isola.
La pazienza nel percorrere i fuori pista viene ampiamente ripagata dallo spettacolo di una natura incontaminata: palme, sabbia fine e acqua trasparente. Ideale per gli amanti di maschera e boccaglio.
Sulla spiaggia un solo chiosco, Palm Grove, appunto, dove la griglia è sempre accesa per adagiarvi qualche bel pesce appena tratto dal mare.
La notte successiva si può soggiornare in un altro hotel da sogno, appartenente alla catena Four Seasons, sempre nella parte occidentale del’isola (fourseasons.com).
Dal mare, l’edificio del ristorante Cobà, su uno sperone roccioso incastonato tra due spiagge di sabbia bianca, si mimetizza nel palmeto mentre le ville che danno sulla spiaggia della baia Barnes si celano dietro bouganville e piante tropicali. “Ciascuna è dotata di piscina privata con accesso diretto alla spiaggia. Anche le suites sono dotate di piscina esterna sul balcone” racconta Allana Connor, responsabile delle vendite.
La cucina dei tre ristoranti del resort è affidata a Carmine Esposito, un italiano verace. “Con grande apprezzamento da parte degli ospiti, ho portato una ventata di italianità ai tavoli con pasta ripiena e cotture semplici”, racconta.
Questa struttura è ideale per chi desidera fare lunghe passeggiate sulla spiaggia e per chi ama lo sport. Si hanno infatti a disposizione, oltre a una fornita palestra, campi da pallacanestro, pallavolo, tennis e persino pareti per l’arrampicata.
Ad Anguilla trova soddisfazione anche chi desidera effettuare escursioni naturalistiche. Grazie alle numerose zone umide presenti, l’isola è luogo di passaggio privilegiato da uccelli durante il periodo migratorio come il voltapietre e habitat di specie protette come la cereba gialla o il colibrì sericeo (natureexplorersanguilla.com).
Altrettanto si può assistere alle peripezie subacquee delle testuggini. Per questo si arriva a Sandy Ground dove si trovano le barche attrezzate. Chi vuole trascorrere mezza giornata su un’isola semideserta si fa accompagnare da qui a Sandy Island.
Per conoscere l’orario delle tratte, l’ufficio turistico dell’isola si trova dietro il Johnno’s Place. Di solito il tempo di farsi servire una birra e si è in motoscafo. Sull’isola, grande poco più di un fazzoletto, inutile cercare ombra. L’unico riparo è sotto la tenda del chiosco.
A pranzo ecco l’aragosta alla griglia, appena ripresa dalle gabbie al largo.
Tornati a Sandy Ground, la scoperta di Anguilla può continuare su Coronation Ave., la zona agricola della città, nelle coltivazioni di mango e papaya di William Staqlene e di verdura di Jerome Richardson. Chi ama le erbe aromatiche visita invece le coltivazioni di Vina Telemaque a Backstreet South Hill.
In attesa del pomeriggio, quando le barche zeppe di pesce rientrano a Island Harbour. “Scari, pesci balestra, dentici e soprattutto lampughe sono le catture che riempiono le nostre reti” racconta Rudy Fleming, uno dei pescatori. Ideali da cucinare alla griglia, all’acquapazza o al vapore, a seconda dei gusti.
Dà sulla vicina Shoal Bay, di sabbia bianca e finissima, Zemi Beach House, il resort appena entrato nella catena Hilton (zemibeach.com).
Moira Masshardt, coordinatrice degli eventi, spiega che “Nello specchio di mare di fronte a noi si possono celebrare anche matrimoni del tutto speciali. Gli invitati possono seguire la cerimonia nel mare o in spiaggia. E probabilmente deteniamo il record mondiale per il bar che propone più etichette di rum, oltre 140”. Colazione e cena sotto la palma, con i piedi nella sabbia.
Ma per chi vuole rilassarsi c’è una pagoda thailandese originale del Settecento interamente ricostruita che ospita il centro massaggi. Anche in questo Anguilla non smette di stupire.
Riccardo Lagorio