Capodanno in Eritrea, tra architetture italiane e isole selvagge

La magia di accogliere il nuovo anno in un Paese dalle tradizioni profondamente legate al nostro periodo coloniale. I Viaggi di Maurizio Levi propone un viaggio dall’itinerario rinnovato, che permette di godere maggiormente dei pernottamenti sulle selvagge Isole Dahlak, grazie al campo tendato mobile dalle ampie tende ad igloo, dotate di lettini da campo.

Visitare l’Eritrea è un’esperienza davvero coinvolgente, soprattutto per noi italiani, in un paese con tradizioni così fortemente legate al nostro periodo coloniale. La città di Asmara, definita “la piccola Roma”, con la sua atmosfera da cittadina coloniale italiana dell’epoca fascista e con uno stile architettonico unico fermo agli anni ‘30, offre vivide parentesi di italianità: il Cinema Impero, il Caffè Roma, la concessionaria Fiat Tagliero e tanti abitanti che parlano ancora la nostra lingua. Per queste peculiari caratteristiche, nel 2017 Asmara è stata proclamata patrimonio UNESCO.

Keren, il mercato del lunedì. Sebbene oggi sia la terza città dell’Eritrea per importanza, dopo Asmara e Massawa, a Keren si respira ancora un’aria raccolta, di un ambiente intimo. Anche per questa ragione viene considerata una delle città più belle e affascinanti dell’Eritrea. Il lunedì è un importante giorno di mercato a Keren. Questo appuntamento settimanale è un caleidoscopio di persone, storie e situazioni differenti e si pone in un contesto diverso da quanto finora osservato; si respira un’aria più mediorientale che africana, con molti uomini che indossano il turbante e contrattano come in un vero souk. Una moltitudine di gente proveniente dalle montagne e dai villaggi circostanti si raduna tra decine e decine di cammelli, carichi di fascine di legna da ardere, nella speranza di concludere qualche buon affare.

Massawa, fascino senza tempo. Una città il cui attuale fascino è stato influenzato nei secoli passati da portoghesi, arabi, turchi, egiziani, inglesi, italiani e, soprattutto dagli eritrei stessi. Edificata su due isole, Taulud e Massawa, sono collegate alla terraferma tramite ponti. Sull’isola di Massawa si trova la parte più vecchia della città, che ha degli edifici corallini antichi e arcate che riflettono l’influenza turca, così come le antiche moschee. L’occupazione italiana di Massawa avvenne pacificamente il 5 febbraio 1885, da parte di un corpo di spedizione di 1500 bersaglieri. Da allora Massawa ha avuto una vita molto travagliata: da porto più importante della costa africana del Mar Rosso, agli anni bui dei bombardamenti durante la guerra con l’Etiopia, per ricominciare infine in questi ultimi anni una lenta risalita verso la pace e lo sviluppo.Capodanno in Eritrea, tra architetture italiane e isole selvagge

Dahlak, isole selvagge. Le isole Dahlak, tra il deserto della penisola arabica a oriente e quello dancalo a occidente, rappresentano uno degli ultimi paradisi sommersi. Qui giacciono barriere coralline fra le più belle e vergini al mondo. L’arcipelago si compone di oltre 200 isole e isolette, molte delle quali sono disabitate e senza nome sulle carte nautiche. Quasi tutte di origine corallina, sono in genere costituite in tavolati di corallo fossile. Le isole più piccole, come Durgella e Durgam, sono invece nulla di più che lembi di deserto emersi dal mare. La fauna marina è quanto di meglio ci si possa aspettare da questi mari tropicali. Isolate dal turismo per oltre trent’anni, a causa della guerra di indipendenza eritrea conclusasi nel 1992, le Dahlak sono tuttora assai poco conosciute, per la mancanza di strutture alberghiere, turistiche e sportive (diving) adeguate. Un vero e proprio paradiso, tutto da scoprire.

Programma dettagliato: Architetture italiane e isole Dahlak
Data di partenza: 27 Dicembre, 11gg
Quota: da € 3.280
CONDIVIDI: