Musica, dialetto, artigianato e gastronomia: ovvero le radici di un popolo in ogni possibile sfaccettatura. O meglio le “rajche”, come si dice nel dialetto di Subiaco, la splendida città dei monasteri in provincia di Roma. All’ombra della Rocca Abbaziale che fu dimora dei Barberini, dei Colonna e di Lucrezia Borgia, torna dal 24 al 26 agosto l’appuntamento con “Rajche, radici in comune”, tre imperdibili giorni dedicati alla cultura locale e dialettale tra poesie, stornelli e canti popolari; nata nel 2008, la manifestazione consente a tutti di sentirsi sublacensi per un weekend, conoscendo da vicino il substrato culturale che accomuna gli abitanti dell’alta valle dell’Aniene

Proprio quest’anno l’appuntamento spegne le prime dieci candeline e si annuncia ancora più suggestivo del solito. A dare il via alla festa sarà, venerdì 24 agosto alle ore 21 in piazza Santa Maria della Valle, la rappresentazione teatrale in dialetto sublacense “Ju Sandu ‘e via Milazzo”, scritta e diretta da Benedetto Bagnani. Sabato 25, dalle 18 fino a tarda sera, è invece in programma l’attesissima passeggiata gastronomica: “armati” di sacca e calice e accompagnati dalle note della musica della tradizionale, i visitatori potranno gustare una ricca carrellata di ricette tipiche del territorio, realizzate al momento con materie prime del posto; al contempo in vino verrà versato in 10 punti dai sommelier della Fondazione Italiana Sommelier. Il giorno successivo dalle 18 in poi sarà la volta della tradizionale panarda, una cena all’aperto a base di piatti semplici e genuini da gustare con il sottofondo della musica popolare, al grido di “se sona, se canta e s’abballa”; e a chiudere i tre giorni di festa all’insegna dell’allegria sarà infine il caratteristico “ballo della pantasema”.

Sarà una buona occasione anche per scoprire uno dei paesi più suggestivi di tutto il Lazio, immerso in un territorio ricco di storia: dall’imperatore romano Nerone alla famiglia Borgia, da San Benedetto che qui scrisse la sua la sua Regola fino alla prima stampa in Italia di un libro con il metodo Gutemberg, la valle dell’Aniene è stata nei secoli teatro di eventi fondamentali non solo per il nostro Paese, ma per l’Europa intera. Costruita su una   rupe di roccia che domina la campagna circostante, Subiaco custodisce la Rocca Abbaziale medievale, la trecentesca chiesa di San Francesco e quelle neoclassiche di Sant’Andrea e di Santa Maria della Valle. Nei dintorni, a pochi chilometri dall’abitato, sorgono gli splendidi monasteri di Santa Scolastica – l’unico fra i dodici voluti da San Benedetto nella valle sublacense sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene – e quello del Sacro Speco, eretto nella curvatura di una alta parete di roccia e sorretto da nove alte arcate, con il suggestivo labirinto interno fatto di ambienti di vita quotidiana, piccole chiese e cappelle scavate nella roccia.

 

 

Info:
Data – 24/26 agosto

Località: Subiaco (Roma)

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