La presenza della pancetta potrebbe in qualche modo ricordare un’amatriciana, così come quella dei funghi potrebbe far pensare a una boscaiola. Ma diffidate dalle apparenze: le fettuccine alla trebulana sono un piatto dal sapore unico e intriso di storia, legato a doppio filo a Monteleone Sabino, l’antica Trebula Mutuesca in provincia di Rieti. Nel borgo adagiato a quasi 500 metri di altezza sulle propaggini meridionali dei Monti Sabini, l’appuntamento con la Sagra delle fettuccine alla trebulana torna puntuale sabato 4 e domenica 5 agosto.

A partire dalle 19 sarà servito in tavola un concentrato di profumi e sapori unico, cucinato   ancora oggi seguendo una ricetta tramandata oralmente per tanti secoli. Vengono impastate farina e uova e poi la sfoglia viene tirata a mano con il mattarello di legno; una preparazione all’apparenza semplice che in realtà nasconde segreti noti solo alle massaie locali: guai, ad esempio, a sbagliare lo spessore della sfoglia e soprattutto il taglio! Piselli, pomodoro, funghi, prosciutto e pancetta sono il condimento ideale del gustoso piatto che, già nel nome, porta con sé i segni indelebili di affascinanti trascorsi. Trebula Mutuesca, infatti, è la città sabino-romana che visse il suo periodo più fiorente nel I° Secolo a.C. e che affonda le sue radici in un glorioso passato intriso di storia, misteri e leggende.

Nelle due serate di festa, le fettuccine alla trebulana saranno proposte ai visitatori insieme a una ricca carrellata di antiche ricette monteleonesi, tutte esaltate dal prodotto più conosciuto della zona, l’olio extravergine di oliva della Sabina; e come ogni anno non mancheranno gli spettacoli musicali e le bancarelle del mercatino di artigianato e prodotti tipici.

Tra una portata e l’altra, chi vorrà trascorrere qualche ora in più da queste parti potrà visitare i resti della città di Trebula Mutuesca, l’Anfiteatro romano, il museo comunale e il Santuario di Santa Vittoria, con la splendida chiesa romanica e le catacombe che ne costituiscono il primo elemento storico ed archeologico. La leggenda legata al culto della patrona del paese racconta che la Santa si convertì al cristianesimo sotto l’Imperatore Decio, attorno all’anno 250: quel tempo un orribile drago, che si era nascosto in una grotta, spargeva la morte fra la popolazione di Trebula; Vittoria riuscì con la forza della fede a cacciarlo via, convincendo la popolazione della città a convertirsi in massa. Malgrado la fama acquisita con l’impresa, Vittoria fu invitata da un funzionario, Taliarco, ad abbandonare il cristianesimo e venerare la dea Diana, e al suo rifiuto venne uccisa con un colpo di pugnale. Dopo sette giorni la Santa fu seppellita nella grotta del drago e lì venerata: si racconta che nell’esatta zona in cui avvenne il martirio, l’erba non cresca più.

 

Info:

Data – 4/5 agosto

Località – Monteleone Sabino (RI)

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