In occasione di un corso intensivo di lingua ho avuto la possibilità di passare due settimane nella splendida isola di Martinica, dipartimento francese d’oltremare situato nell’arcipelago delle Piccole Antille.

Per conoscere meglio le abitudini e la cultura di questo paese, oltreché per migliorare più rapidamente il mio francese, ho scelto di evitare hotel e appartamenti in affitto e di andare ospite da una famiglia locale. Mi sono quindi trovata ad abitare a Redute, un quartiere residenziale che dista circa mezz’ora di autobus dal centro di Fort-de-France, dove si trova il centro di formazione linguistica che frequentavo tutte le mattine.statua della moglie di Napoleone decapitata

Di questa straordinaria isola la cosa che più mi ha colpito sono stati i colori. Vedere un paesaggio martinicano è come guardare un quadro di Kandinskij; i colori, il turchese del mare, il grigio delle spiagge vulcaniche e il verde acceso della vegetazione, sembrano posizionati in quel modo per il puro piacere degli occhi.

Il principale punto debole della Martinica invece sono senz’altro i trasporti: i mezzi pubblici sono pochi, hanno una frequenza ridotta e non raggiungono tutti i punti di maggiore interesse. Quindi l’unica possibilità per girare velocemente l’isola e per raggiungere i luoghi più suggestivi rimane quella di affittare un’auto, considerando anche che i costi sono assolutamente accessibili e che si può guidare senza problemi con la patente italiana.

Tra le spiagge che sono riuscita a visitare quelle che mi sento di consigliarvi sono: La Spiaggia del Diamante, Les Salines e Trinitè.

La Spiaggia del Diamante prende il nome da un isolotto vulcanico, che si trova esattamente di fronte alla baia, dalla forma simile a quella di un diamante. Si tratta di una spiaggia lunga e grigia, orlata di palme da cocco. È consigliabile trattenersi in questa baia fino all’ora del tramonto per poter godere dell’incredibile vista del Rocher du Diamant sotto il cielo rosso.Les Salinas

Les Salines è considerata la più bella spiaggia della Martinica, lunga, con la sabbia bianca e un bellissimo mare calmo, che talvolta però s’ingrossa, dando origine ad onde divertenti, ideali per il body boarding.
Trinitè invece è la patria del surf; lì troverete le migliori scuole, ideali per avvicinarsi in sicurezza a questo sport.
Se ne avete la possibilità vi consiglio di fare una gita in catamarano a Saint Pierre, cittadina vivace e colorata dalla cui baia si può ammirare il monte Pelée, vulcano attivo, la cui ultima eruzione risale al 1929; è oggi tranquillo e offre, agli appassionati della natura, magnifici percorsi escursionistici.

Cucina creola

Anche la cucina è meritevole d’attenzione. Le tradizioni alimentari creole (i creoli sono la popolazione originaria della Martinica) si mischiano con quelle francesi, dando origine a una cucina estremamente colorata e ricca di profumi e di spezie, dove la portata tende ad essere unica e il primo e il secondo vanno ad accostarsi insieme in un piatto dal sapore esotico. Io, da vegetariana, devo ammettere di aver avuto un primo incontro un po’ difficile con questo tipo di alimentazione, ma, superato il primo impaccio, ho scoperto piatti fantastici a base di verdura e legumi, tra cui il mio preferito è senz’altro l’insalata dei Caraibi con crostini di pane e formaggio di capra caldo.
Altre tracce dell’influenza culturale della madrepatria francese in territorio martinicano si possono trovare anche nei nomi delle strade: molte rendono omaggio ai grandi personaggi della storia francese. Anche le feste nazionali francesi sono molto sentite, prima tra tutte il 14 luglio (presa della Bastiglia), in cui vengono organizzate feste danzanti in tutta l’isola.

L’attaccamento alla patria Francese è una cosa che ho potuto constatare anche parlando direttamente con gli abitanti del luogo, visto che mi sono trovata ad essere lì proprio il giorno dell’attentato a Parigi. Tutti i martinicani erano tristi, preoccupati, anche perché molti di loro hanno famigliari ed amici a Parigi; la comunanza di lingua e cultura fa sì che molti giovani dalla Martinica vadano in Francia per motivi di studio o lavoro.
Parlando con la gente del luogo poi ho potuto apprendere una storia parecchio originale, che riguarda la prima moglie di Napoleone, Joséphine de Beauharnais, e la sua statua senza testa che si trova nel parco principale di Fort-de-France. La consorte dell’imperatore era infatti una creola, nata e cresciuta in Martinica. Ebbe l’infelice idea di convincere il potente marito a ristabilire la schiavitù, che era stata ormai abolita; Quindi i Béké (discendenti dei coloni bianchi) fecero un bel monumento alla loro parente imperatrice, una bella statua in marmo di Carrara, che fecero arrivare direttamente dall’Italia. Ovviamente questa statua urtò parecchio la sensibilità dei cittadini martinicani discendenti degli schiavi, che decisero di decapitare la statua di Giuseppina. La statua venne riparata e rimutilata più volte, finché un giorno le autorità, stanche di far arrivare ogni volta una nuova testa dall’Italia, sostenendo costi che sarebbero gravati sulle tasse, si rassegnarono a lasciare il monumento senza testa. A Trois Îlets sono ancora conservati i resti della casa natale di Giuseppina, dove si possono vedere diversi oggetti a lei appartenuti, tra cui il suo letto di bambina e alcune lettere d’amore originali, inviatele da Napoleone.
Mi sento quindi di consigliare a tutti di visitare la Martinica almeno una volta nella vita, purché siate disponibili a dimenticare per un po’ le vostre abitudini e a lasciarvi assorbire dall’atmosfera che si respira in quest’isola un po’ caraibica e un po’ francese.

Adriana Fenzi

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