Dopo aver attraversato in lungo ed in largo i cieli d’Europa alla scoperta di chissà quale meta lontana con la sua misteriosa ed inafferrabile bellezza, mi sono resa conto che bastava spostarsi leggermente più ad ovest per trovarsela esattamente sotto il proprio naso.
La meta del mio girovagare è stata la Sardegna e la sua Cagliari, fiore all’occhiello e cuore pulsante della storia e delle tradizione di quella che forse possiamo azzardarci a definire la regione più peculiare d’Italia.
Scesa dalla nave, dopo dodici estenuanti ore di viaggio, lo sguardo si è immediatamente perduto nell’orizzonte sconfinato del porto che abbraccia il mare, come a dare un caloroso benvenuto e lasciare serenamente alle spalle il lungo tragitto che ci ha portato nella terra dei quattro mori.
Bandiere sarde ovunque. E’ questa una delle prime impressioni che potrebbe colpire il visitatore incauto.
Quello che infatti sono riuscita a capire approfondendo amicizie e visitando questo luogo è l’attaccamento che i nativi nutrono nei confronti della loro terra. Non si tratta però di un qualcosa di così semplice come potrebbe sembrare. Il sentimento nutrito non possiede affatto una matrice morbosa, anzi è da intendere nell’accezione più positiva del termine. Spesso costretti a spostarsi, per esigenze di studio o di lavoro, consci delle limitazione che potrebbe imporre questo come un qualsiasi luogo in cui non tutto è perfetto, conservano come marca indelebile una curiosa nostalgia, un tacito richiamo nei confronti di quel grembo materno che tanto a lungo li ha cullati: gli occhi brillano al solo pensiero delle onde che si infrangono lungo la riva della spiaggia del Poetto, o del sole che senza pietà brucia, consuma ed insieme riscalda la pietra dell’antica “Torre dell’Elefante”.
Ma addentriamoci nel cuore di questo piccolo mondo.
Via Roma si distende in tutto il suo splendore alla genesi di questo tour: il calore che bacia la pelle e alcuni stupendi storici edifici fanno da cornice ad una città ancora oggi perfettamente smagliante; tra questi, quello che forse più di tutti ha l’ardire di distinguersi è Palazzo Baccaredda, odierno comune della città di Cagliari voluto dall’omonimo sindaco alla fine dell’Ottocento.
Tutto da scoprire, bello in ogni angolo, il centro storico con le sue stradine nascoste si lascia conoscere davvero solo dal visitatore che nutre il desiderio di perdervisi dentro. Tappe sicuramente immancabili sono: piazza Yenne, posto ideale per fermarsi a sorseggiare qualcosa di fresco e magari assaggiare alcune piccole specialità dolciarie locali oppure del semplice pane, nelle sue più innumerevoli forme e declinazioni – chissà perché gustato proprio qui, appare più fragrante; e il Bastione di Saint Remy, imponente monumentale fortificazione e punto di collegamento tra i quartieri di Castello e Villanova, trasformato poi in scalinata e sormontato dall’arco di Trionfo, che dà accesso ad una terrazza panoramica davvero mozzafiato.
Edificata tutta quanta in altezza, questa città sembra svettare verso il cielo e regalare a chi resta sulla terra il privilegio di contemplare la vista da lassù. Fermatevi dunque e girate su voi stessi: Mare, mare ovunque, tanto azzurro che riempie l’anima di gioia e fa increspare le labbra di sorrisi. E’ proprio in quel momento che si avverte come la sensazione di un segreto appagamento che pervade mente e corpo, un piacere che solo alla natura è possibile regalare.
Siamo dunque finalmente giunti nella parte più alta della città, uno dei quartieri antichi, Castello, dal quale la stessa città prendeva in passato, in sardo, il proprio nome Casteddu.
Cuore vivo della città, questo frammento di Cagliari ne contiene le più inestimabili meraviglie. Edificata nel lontano XIII secolo al tempo dei pisani, ospita oggi alcuni degli edifici storici di maggior rilievo per la storia della provincia e dell’intera regione, che senza lasciarsi scalfire è stata attraversata da innumerevoli dominazioni straniere, amalgamando il vecchio al nuovo senza perdere mai la sua inconfondibile matrice.
Preparatevi dunque, dopo esservi lasciati alle spalle le antiche porte medievali attraversando Piazza Arsenale, a contemplare quanto il capolavoro della mente umana, sfruttando le innumerevoli sfaccettature possibili della duttile pietra calcarea, è stato in grado di modellare nel tempo: le fortificazioni più antiche, la Torre di San Pancrazio o Torre dell’Elefante forse in questo modo fin troppo nota nel gergo, la Cittadella dei Musei dove raccolti in breve spazio sono concentrati alcuni capolavori di arte e cultura provenienti da ogni secolo e luogo del mondo; non lasciatevi ad esempio sfuggire un giro fugace presso il Museo Archeologico o la Pinacoteca Nazionale e infine accompagnati da un leggero vento orientale, il Museo di arte siamese o quello delle Cere anatomiche. Un breve, concentrato e rilassante tour che vi darà la possibilità di ampliare il vostro orizzonte culturale e di gustare con piacere qualche momento di curiosità contemplativa. Biglietti economici, tour brevi ma interessanti.
Proseguendo poi in completa balia dei tortuosi vicoletti dinanzi ai quali il visitatore si lascia sospingere ed indicare la strada da seguire, si arriva in Piazza Palazzo dinanzi alla residenza reale, il Palazzo Viceregio che nel corso dei secoli ha dato dimora e natali alle monarchie aragonese, spagnola e sabauda, succedutesi al trono di Sardegna. Aperto al pubblico e in parte visitabile, un tempo vecchia sede della provincia e della prefettura di Cagliari, regala uno sguardo ulteriore sulla storia e sul vissuto di questo così multiforme e affascinante luogo. Adiacente la Cattedrale di Santa Maria, altresì nota come Duomo della città, si affaccia l’ex Palazzo di Città ora adibito a complesso museale e ospitante alcune interessanti esibizioni temporanee. Nello specifico consiglio una piccola chicca: L’intrigante mostra “Il di/segno del cinema” su alcuni dei registi più significativi dello scorso secolo e con il tentativo di suggerire, attraverso focus approfonditi su spezzoni di film e oggetti o costumi di scena, una rinnovata e curiosa prospettiva per ammodernare lo sguardo che si riflette sulla lente della pellicola e del tempo.
Scendendo poi avrete il piacere di assaporare una rilassante passeggiata attraverso i Giardini Pubblici e gettando lo sguardo un po’ di qua un po’ di là vi imbatterete magari in qualche scultura di Pinuccio Sciola, con le quali l’artista ha scelto di omaggiare la città, per poi ritrovarvi dritti dinanzi alla Galleria d’Arte Moderna di Cagliari, all’interno della quale sono conservate pitture e sculture databili Ottocento e primo Novecento, parte delle quali provenienti dalla personale collezione di Francesco Paolo Ingrao donata al comune, tra cui, accanto a nomi fin troppo familiari di Boccioni, Carrà, Balla, Morandi o Casorati, altre di artisti sardi che solo qui e in pochi altri luoghi si ha la possibilità di ammirare.
Sempre un battito perduto dinanzi alle composizioni di libri cuciti che urlano il nome e svelano i segreti di Maria Lai.
Altro quartiere storico che senza dubbio vale la pena non lasciarsi sfuggire è Villanova. Anch’esso affonda le sue radici nel XIII secolo, quando i contadini del campidano intrattenenti relazioni con la città maturarono l’esigenza di spostarsi più vicini alla città.
Stradine strette, a misura d’uomo, palazzine basse dai colori caldi che sembrano quasi sussurrare: “ti accoglierò”, chiese ad ogni angolo sede di alcune confraternite antiche della città e botteghe proprio come quelle di una volta. Insomma un’imperdibile salto all’indietro nel tempo, un intruglio meraviglia e stupore di fronte a questo mondo che è riuscito a conservarsi genuino come lo era incorniciato ai suoi albori.
Tante, infinite, forse troppe le cose da raccontare su questa città che strega l’anima, ma forse l’ultima, la più convincente ed incommensurabile è la chilometrica distesa di mare e sabbia bianca che collega Cagliari a Quartu Sant’Elena, ovvero la spiaggia del Poetto. E’ davvero inspiegabile la suggestione che è in grado di evocare questo luogo di notte, non a caso conosciuta come una delle spiagge più belle d’Italia, suggerendo i ricordi più intimi e nutrendo le aspirazioni più intime e temerarie.
Cosa state aspettando dunque? Scommetto che ci incontreremo nello stesso posto.
CAMILLA MASTRANTUONO