L’Iran, l’antica Persia, è un grande paese da parecchi punti di vista, non soltanto da quello geografico (18° al mondo per superficie, grande oltre cinque volte l’Italia): sede di alcune delle più antiche civiltà della storia vecchie di almeno 7.000 anni, capaci di dominare un arco territoriale esteso dall’India al Mediterraneo, espressioni di raffinate culture protrattesi nel tempo per secoli e in grado di influenzare non poco anche il pensiero occidentale.

Infatti non appena la intricata situazione politica iraniana ha offerto qualche segnale rassicurante, il turismo internazionale ha cominciato a pressare le sue frontiere, provocando overbooking e prezzi alle stelle. Esisteva evidentemente un forte desiderio latente di Persia, anche per confrontare direttamente in loco le ragioni dal loro punto di vista, pur se per visitarlo le donne sono costrette ad indossare una tunica nera che le copra dalla testa ai piedi.

Ma questa nazione possiede un’altra caratteristica ambientale, forse poco considerata: il 25 % del territorio risulta infatti occupato da deserti, rientrando per clima in quella vasta fascia desertica afro-asiatica che va dalle isole di Capo Verde, nell’Atlantico al largo dell’Africa occidentale (Senegal), fino alla Mongolia, nel centro-est dell’Asia. Se la cosa può rappresentare un problema per i suoi abitanti, costituisce di sicuro un vantaggio per gli appassionati di esplorazione sahariana, che si trovano interdetti da nuove situazioni geopolitiche diverse destinazioni sahariane, a partire da quelle nord-africane e mediorientali, mentre gli si aprono i misconosciuti deserti dell’est iraniano.

Il paese risulta formato da un enorme altipiano centrale, ad un’altezza di 1-1.500 m, circondato da imponenti catene montuose alte fino ad oltre 5.000 m, sui lati nord, ovest e sud, mentre quello orientale presenta due ampi deserti – il Dasht-è Kavir a nord e il più grande Dasht-è Lut nel centro-sud, a fungere da confine naturale con Afganistan e Pakistan. Le piogge sono abbondanti soltanto sulle montagne, le quali formano una barriera inaccessibile per le correnti d’aria, rendendo l’altipiano secco e sterile. La vita e la produzione agricola sono qui possibili solo grazie ai ghanat, una antichissima e capillare rete di canali sotterranei che captano vene e sorgenti idriche in profondità – anche a 100 m – e con lieve pendenza conducono il prezioso liquido là dove serve. Si calcola vi siamo almeno 50 mila ghanat, il più lungo dei quali supera i 40 km; specialisti nella costruzione, e nella costante manutenzione, sono gli abitanti di Yazd.

Dasht-è Lut è il maggior deserto iraniano, grande quanto Lombardia e Piemonte assieme, 25° in graduatoria al mondo per ampiezza, 480×320 km, assai poco noto e ancor meno visitato, ma ricco di peculiarità ambientali e geologiche. Occupa parte delle regioni del Kerman (centro-est), del Sistan va Beluchistan (sud e sud-est) e Khorasan (nord e nord-est), le più estese del paese, ma poco abitate e visitate per le tensioni politiche, religiose e militari con i vicini Afganistan e Pakistan, complicati dalla presenza di contrabbando e droga. Si tratta di uno dei luoghi più aridi del pianeta: in primavera, durante la breve stagione umida, l’acqua scende dalle montagne di Kerman inondando per breve tempo alcuni tratti, poi l’acqua evapora e restano soltanto roccia, sabbia e sale, battute da un vento forte e costante che mischiato alla sabbia produce pinnacoli e pareti curiosamente erose e generando una multiformità di suggestivi paesaggi.  Il nord, formato da colline vulcaniche, sabbia e ghiaia, è più alto (1.000-600 m), il settore centrale composto da una hammada ghiaiosa il più ampio (600-200 m), mentre quello piatto meridionale presenta sale, gesso, dune alte fino a 300 m con erg simili a quelli sahariani, nonché il curioso fenomeno morfologico dei kalout, forme di argilla sabbiosa modellate ed erose dal vento in file parallele. La zona di Gandom Beryan, un pianoro coperto da lava solidificata, è il punto più caldo in assoluto della terra: nel 2005 la Nasa vi ha registrato una temperatura massima al suolo di 70,7° C: qui nessuna creatura è in grado di sopravvivere, neppure i batteri. Esistono insediamenti soltanto nelle oasi ubicate ai bordi del grande deserto, dove si coltivano, datteri, agrumi, pistacchi e cereali. Le case, protette da alte mura, sono costruite con mattoni di fango, ovviamente del colore del deserto; sui tetti svettano i tipici badgir, storiche torri di ventilazione costruite in modo tale da poter sfruttare ogni minimo soffio di vento, indirizzando l’aria verso l’interno, un sistema ecologico ed economico, assai più efficiente e salutare dei moderni impianti di aria condizionata. L’area, situata su una consistente faglia mobile, è decisamente sismica, come ha dimostrato il catastrofico terremoto che nel 2005 ha distrutto la cittadella medievale da Bam. Due le principali località: il capoluogo Kerman, ai margini del Lot ed a 1.100 km da Teheran a cui è collegato da ferrovia, fondato dai Sasanidi nel III sec. d.C. come avamposto difensivo verso oriente, poi caravanserraglio lungo la Via della Seta visitato nel 1271 da Marco Polo, famoso per i tappeti, i tessuti, le sete ed il cachemire venduto nei suoi numerosi bazar, e poi Bam, stupenda cittadella fortificata protetta da mura alte 6-7 m, sito Unesco come maggior struttura di mattoni in fango del mondo, che ha ispirato il romanzo di Dino Buzzati – nonché girato il relativo film Il deserto dei Tartari, ricostruita dopo la distruzione del 2005.

L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi”  www.viaggilevi.com, specialista in percorsi culturali di scoperta e unico in Italia specializzato in spedizioni nei deserti di tutto il mondo, propone come novità in Iran un tour di 14 giorni dedicato interamente alle visite di Teheran e Yazd, nonché all’esplorazione del deserto del Lot. Uniche partenze di gruppo con voli di linea Turkish Airlines da Milano (e altre città) il 17 novembre, 29 dicembre e 26 febbraio 2016, pernottamenti in alberghi e tenda (6 notti) con pensione completa, accompagnatore dall’Italia, quote da 4.250 euro in doppia. In Iran Viaggi Levi propone anche itinerari classici, di durata da 9 a 16 giorni.

 

Giulio Badini

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