Il fiume Senegal, che dà il nome all’omonima nazione, costituisce uno dei maggiori corpi idrici dell’Africa nord-occidentale.
Lungo 1.700 km (quasi tre volte il nostro Po), nasce sulle pendici montuose del Fouta-Djalon, al confine tra Mali e Guinea, e nella prima parte scorre vivace e carico d’acqua generando anche cascate; poi, quasi privo di affluenti e con pendenza assai lieve, si impigrisce nella piatta pianura alluvionale e forma alcune isole fluviali lunghe e strette circondate da canali, laghi e pantani, tanto che le acque salate dell’oceano vi penetrano per 500 km, mischiandosi con quelle dolci.
La ricchezza idrica lo rende comunque navigabile per tutto l’anno fino a Podor, 280 km dalla costa, ma le piccole lance riescono a risalirlo per quasi un migliaio di chilometri.
Nel suo tratto mediano e finale segna il confine tra la Mauritania a nord e il Senegal a sud; in realtà, più che la frontiera tra due nazioni, separa due mondi assai differenti: l’arido e spopolato deserto sahariano mauritano, e il sahel senegalese con le sue savane alberate e cespugliose, l’Africa araba del Magreb da quella nera, le tende dei pastori nomadi mauri a nord, l’allegra esuberanza canora e di colori degli agricoltori senegalesi a sud. Sfocia nell’Atlantico, all’altezza della città di Saint Louis, ma il deflusso delle acque viene ostacolato dalla presenza di una lunga lingua di sabbia, la Langue de Barbarie, tanto che le acque sfociano assai più a sud.
Per parecchi secoli, in mancanza di strade, il fiume ha rappresentato un’importante via di comunicazione commerciale tra l’interno centrafricano e la costa, in pratica l’unica di facile percorrenza, generando un notevole traffico di persone e cose.
Da alcuni anni naviga una rimodernata nave da crociera ad uso turistico, il Bou El Mogdad, che in epoca coloniale serviva per il trasporto misto.
Lunga 52 m e larga 10, dispone di 28 cabine esterne dotate di finestrini e servizi privati o in comune, distribuite su quattro ponti con due ristoranti, due bar, piscina, solarium, terrazza coperta, boutique e sala massaggi, con una gustosa cucina franco-senegalese. Le 20 persone di equipaggio parlano francese e inglese.
Comfort ma niente lusso, con uno charme d’altri tempi. Il lusso deriva casomai dagli insoliti spettacoli offerti dalla navigazione: i vestiti colorati delle donne, gli odori penetranti dei mercati, i pescatori intenti a buttare le reti, le piroghe che vanno e vengono, le donne che lavano le stoviglie, i bimbi vocianti a fare il bagno in attesa che i vestiti si asciughino, le mandrie all’abbeverata sulle due rive. Uno straordinario spaccato di vita quotidiana africana, ben difficile da cogliere altrove, animato dalle diverse etnie Toucouleur, Peul, Soninkè, Wolof e Mauri.
La crociera parte da Saint Louis, l’antica capitale del Senegal e dell’Africa Occidentale Francese fondata nel 1659 su un’isola alla foce del fiume, divenuta ricca con il commercio di gomma arabica e schiavi, oggi protetta dall’Unesco per la sua singolare architettura coloniale di palazzine dai colori vivaci con cancellate di ferro battuto, balconi in legno e verande; da non perdere il settecentesco palazzo del governatore, la cattedrale cattolica, l’hotel de Poste e il ponte apribile Faidherbe lungo 511 m (destinato al Danubio e finito curiosamente qui), nonchè le coloratissime e slanciate piroghe dei pescatori oceanici che a sera sbarcano con il loro prezioso carico.
La Langue de Barbarie ospita un parco nazionale dove vivono 160 specie di uccelli migranti acquatici (fenicotteri, pellicani, cormorani, aironi, egrette e anatre) e tartarughe nidificanti.
Nulla in confronto al vicino santuario nazionale degli uccelli di Djoudi, sul fiume Senegal (terza riserva ornitologica per importanza al mondo e riserva Unesco), che nel suo habitat acquatico e terreste alloggia tre milioni di volatili appartenenti a 370 specie diverse, soprattutto pellicani, cormorani e fenicotteri. In navigazione si raggiunge Rosso, città maura che alimenta l’acquedotto con le acque del fiume, poi Richard-Toll, famosa per la lavorazione della canna da zucchero e la presenza di un castello in stile francese,
Dagana abitata dall’etnia Wolof, coltivatori di palme e banane, e infine Podor, nella terra dei Toucouleur, antico insediamento coloniale arricchitosi con il commercio di gomma arabica, legname, avorio e schiavi, oggi sito Unesco per la sua architettura.
L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), specializzato in turismo culturale, nel proprio catalogo “Alla scoperta dell’insolito” propone questa crociera di 9 giorni sul fiume Senegal. Partenze individuali settimanali da novembre ad aprile 2014 con voli di linea da Milano e Roma, pensione completa a bordo, quote da 1.770 euro in doppia.
Possibilità di sosta a Dakar per la visita della colorata capitale, dell’isola di Gorèe (sito Unesco) dalla bella architettura coloniale settecentesca ma famosa soprattutto per il fatto di essere stata per secoli uno dei maggiori epicentri africani per il traffico degli schiavi, e l’incantevole lago retrodunale Retba, o lago Rosa per la presenza di microrganismi e una concentrazione di sale nove volte superiore a quella del mare, con uomini e donne intenti nell’estrazione del prezioso minerale.
Giulio Badini