Un viaggio nel fascino d’altri tempi è stato organizzato grazie alla giovanissima designer di gioielli che ha lanciato la propria Capsule Collection in una suggestiva sala al primo piano nel Museo Bagatti Valsecchi, luogo d’incontro, per l’occasione, di ospiti speciali della cultura e del jet set milanesi. La sinergia tra Carolina Ravarini e il Museo, creata ad arte, è stata proprio la finalità della mostra, il raccogliere fondi per sostenere le attività e le iniziative culturali della Fondazione che ha come proprio scopo la preservazione della conservazione unitaria del complesso formato da raccolte d’arte e da sontuosi appartamenti storici. Una linea di tre gioielli per l’uomo di oggi, gemelli, bottoniere e ciondoli, sono stati da lei realizzati a mano, unendo con sottili fili di rame e ottone, pietre selezionate in base alla luce ed alla sensazione che trasmettono. I materiali reperiti a chilometro zero, vogliono richiamare nelle allegre tonalità di giallo e blu i colori dello stemma nobiliare degli antichi padroni di casa, i due baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi. Ai fratelli appassionati collezionisti, raffinati esponenti dello spirito dandy ottocentesco, si devono due edifici antistanti, da loro creati in stile neo gotico e neo rinascimentale, allo scopo di contenere i loro splendidi tesori, una sorta di ecclettica Wunderkammer. Il primo piano del palazzo di via Gesù n.5, luogo denso di memoria, trasformato in museo, è popolato di armature, di cabinets de curiosités colmi di monili, porcellane, oggetti preziosi. Non mancano tappezzerie pregiate e scenografiche quinte, un tempo palcoscenico di convegni amorosi favoriti da passaggi segreti. Oggi è luogo di cultura dalle intriganti sfaccettature, tutto da scoprire. Un tesoro all’insegna della bellezza e della bizzarria che Carolina ha voluto come nobile sfondo alle proprie creazioni gioiello, brindando all’evento con i vini dei Marchesi Gondi, famosi fin dal Rinascimento.

www.carolinaravarini.com

www.museobagattivalsecchi.org

www.gondi.com

Testo e foto di Maria Luisa Bonivento

Copia di Museo Bagatti Valsecchi

CONDIVIDI: