Mare, tradizioni culturali e montagne. In primavera la Calabria è più bella che mai: pescheti in fiore in collina sullo sfondo del mare la cui ebbrezza si mescola con il profumo dei fiori di limone. L’ideale per coloro che cercano un soggiorno dove è vietato annoiarsi: spiagge, campagne sul mare, borghi medioevali, siti archeologici ed escursioni in montagna.
Siamo nell’Alto Jonio Cosentino sulla fascia che va da Rocca Imperiale a Trebisacce e che arriva a toccare, nell’entroterra, anche il Parco nazionale del Pollino in montagna. L’itinerario viene proposto dal Gal Alto Jonio Federico II presieduto da Tonino Santagada e diretto da Franco D’Urso (www.galaltojonio.it), in partenariato con l’associazione Agriturismi Associati Alta Calabria Jonica, presieduta da Antonio Laschera e con la rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge diretta da Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it). A testate questo affascinante itinerario, nel week end del 25 aprile, sarà un gruppo di giornalisti nazionali invitati dal Gal a scoprire i tesori ancora inesplorati di questa magnifica zona della Calabria e che saranno ospitati negli agriturismi tutti di campagna con incantevole vista mare, Cielo Greco (www.masseria-cielogreco.com), Torre di Albidona (www.torredialbidona.it). Ulisse e Calipso (www.ulissecalipsoagriturismo.it) e Vincenzo Lacanna (www.agriturismovincenzolacanna.it) con pranzi e cene nel ristorante Il Castello Federiciano di Roseto (www.castellofedericiano.it) e negli agriturismi I Gelsi (www.agriturismogelsi.eu) e Cervinace (www.cervinace.it) con tappa per un aperitivo anche nella Trattoria del Sole di Trebisacce.
ROCCA IMPERIALE, IL CASTELLO FEDERICIANO, “IL PAESE DELLA POESIA E DEI LIMONI”.
Il nostro viaggio parte da Rocca Imperiale: è un paesino arrampicato sulla collina e dominato da un castello federiciano, sapientemente restaurato. Infatti gli interventi di restauro hanno lasciato intatto tutto il fascino del maniero dove si possono vedere persino i segni della pece lungo le pareti della torre. Qui Federico II amava cacciare tra le immense distese di boschi.
Ma Rocca Imperiale è anche “il paese della poesia”: ogni anno ad agosto viene celebrato un famoso premio di poesia, il cui vincitore scopre di aver vinto solo all’ultimo istante, quando viene scoperta la sua poesia riprodotta su una stele di ceramica maiolicata affissa sulle pareti di una casa di Rocca. E così anno dopo anno, sulle pareti delle case, si possono leggere le poesie che hanno vinto il concorso e di altri poeti famosi.
Ma chi dice Rocca Imperiale dice limone. Ottenuto il marchio IGP, il prodotto viene ormai esportato in tutta Italia. E’ molto succoso, non molto acre, ricoperto da una buccia dorata e carnosa. Viene raccolto da dicembre fino a tutto giugno perché respira aria di mare e viene protetto dalle montagne. Gli agrumeti di Rocca Imperiale si trovano infatti tutti a valle. Qui i produttori hanno creato un Consorzio e tra le ditte più affermate a livello nazionale vi sono l’Oro della Calabria e Imperial Frutta che produce anche marmellate di agrumi.
ROSETO CAPO SPULICO E IL CASTELLO TEMPLARE.
Costruito su una rocca a picco sul mare, il simbolo di tutta l’area è il castello di Roseto Capo Spulico. Molto intrigante la sua storia: tutto lascia pensare che, realizzato da Federico II, veniva frequentato dai Templari prima che partissero in Terra Santa. C’è la cappella dove i cavalieri trascorrevano lunghe notti di meditazione e di preghiera, le due porte iniziatiche per i riti e persino la Rosa di Gerusalemme, riprodotta in pietra sul pavimento, discretamente nascosta da un tappeto. Una pietra ovale potrebbe custodire il Santo Graal… Spiega il proprietario del castello Pinuccio Cosentino che si è appassionato sempre di più a studiarne i misteri: “Tutto il circondario riproduce la Piana di Gerusalemme. Non a caso, a pochi chilometri da Roseto, si trova il paesino di Monte Giordano”.
Oggi il castello, interamente restaurato, è aperto alle visite guidate ed è un elegante ristorante alla carta e per cerimonie, dove si può degustare pesce freschissimo dello Jonio.
Il castello domina una lunga spiaggia con i ciotoli bianchi, portati a valle dalle fiumare che scendono dalle montagne. Il mare azzurro e cristallino bagna la spiaggia, costeggiata da un elegante lungomare interamente rifatto. Poco più in alto si trova Roseto paese abbarbicato in collina con il suo saliscendi di viuzze e le case marroni, tipiche della zona.
TAPPA GOLOSA A CERCHIARA PER IL PANE DELLE DONNE.
A questo punto del viaggio è d’obbligo una tappa golosa a Cerchiara, per scoprire il pane dop, nei forni del paese, gestiti interamente da donne. Ma Cerchiara è anche famosa per il Santuario della Madonna delle Armi, che viene festeggiata da migliaia di pellegrini il 25 aprile di ogni anno. Il Santuario offre una vista mozzafiato tra mare e montagna, ma è importante anche perché custodisce affreschi di origine bizantina, realizzati dai monaci in fuga dall’Oriente per le lotte iconoclaste. Recenti restauri hanno rivelato nuovi affreschi ancora più antichi di quelli che si conoscevano fino ad oggi.
FRANCAVILLA MARITTIMA, IL PARCO ARCHEOLOGICO.
Per gli amanti dell’Archeologia, ecco poi il sito di Francavilla Marittima, dove si leggono i resti dell’imponente tempio alla dea Atena e dove si suppone ci sia la tomba di Epeo, uno degli eroi greci, che come Ulisse tornava in Patria da Troia, ma approdò sulle coste della Calabria e decise di fermarsi fondando una città. Epeo è stato il costruttore del cavallo di Troia. E in una tomba monumentale e tumulo sono stati ritrovati gli attrezzi da falegname: tutti elementi che riconducono a lui. Per le visite guidate nel parco e nei beni monumentali e archeologici c’è l’Associazione Itineraria Bruttii, presieduta da Paolo Gallo, che ha sottoscritto anche un accordo di rete con altre associazioni per valorizzare i beni culturali della Calabria, della Puglia e della Basilicata (www.itinerariabruttii.it tel. 328 37 15 348).
AMENDOLARA E I FUCARAZZI.
Sosta poi ad Amendolara con il suo famoso convento dei Domenicani e la festa dei Fucarazzi e dei Puntilli di San Vicenzo: il 25 aprile sera, per le vie del paese vengono accesi tantissimi falò, che segnano la fine della brutta stagione e l’arrivo della primavera. Ma Amendolara è famosa anche per una leggenda omerica: si dice che ad appena tre chilometri dalla costa si trovi l’isola di Ogigia, oggi uno scoglio affiorante, dove Ulisse venne ammaliato dalla ninfa Calipso, storia d’amore alla quale si ispira l’agriturismo Ulisse e Calipso di Amendolara.
IL 26 APRILE TUTTI AD ALESSANDRIA DEL CARRETTO.
Si rinnova l’ultima domenica di aprile la Festa della Pita (o dell’abete), candidata a divenire patrimonio dell’Umanità Unesco. Gli abitanti del paesino di Alessandria del Carretto, mille metri di altitudine, espiantano un abete e con grande fatica lo portano in paese dopo averlo ripulito dalla corteccia. E’ il simbolo della vita che rinasce e che si rinnova, il rito della fecondità. Il tronco dell’albero infatti viene sistemato in paese e in cima viene posta la chioma, ricavata dallo stesso abete. Così il tronco rappresenta lo sposo e la chioma la sposa. Siamo nel cuore del Parco nazionale del Pollino e Alessandria del Carretto è il paesino sul livello del mare più alto.
Mentre si fa scendere l’abete in paese si fa tappa nelle masserie, che offrono vino e prodotti tipici.
PASSEGGIATA A TREBISACCE.
Infine il nostro viaggio si conclude con una passeggiata sul lungomare di Trebisacce, dove campeggia la statua di San Francesco di Paola, protettore dei marinai. Salendo, il paese, insignito della Bandiera Blu, sembra un presepe affacciato sul mare. Nel centro storico da non perdere una visita nella Chiesa madre dedicata a San Nicola di Mira, un Santo orientale, molto venerato, e che sancisce in questa zona della Calabria così ricca di arte, storia e cultura, l’incontro tra due civiltà: l’Oriente e l’Occidente.
Carmen Mancarella